Il “Il giardino incolto” è una raccolta di scritti, elaborati nell'arco di 3 decadi, dove storie, sensazioni, pensieri, deliri si fondono in un intreccio di racconto, sintesi poetica e non finito.
Una coppia si da l’addio in un bar abitudinale e cerca di farlo cercando una nuova forma di unione.
Un ragazzo è ossessionato da una frase che capirà poi essere destinata ad un suo amico.
Un ragazzo che sembra aver perso ogni speranza nel futuro, incontra per caso in un mercato delle pulci una donna stravagante e affascinante e si lascia trascinare da lei in un posto misterioso che lo libera per un po’ dal peso della monotona quotidianità.
Un uomo torna da morto nel suo paese di nascita, credendo di essere ancora vivo, e visita il cimitero andando per istinto su una tomba che scopre essere la sua.
In una fiaba una ragazza desidera incontrare l’uomo della sua vita e un bel giorno durante la festa del paese ci riesce, conoscendo un principe decaduto ma affascinante. I due si innamorano, ma lei scopre che la nobiltà ha anche un prezzo da pagare: deve ora attendere il ritorno del cavaliere che per tener fede al suo scopo si è rimesso in viaggio.
Un ragazzo descrive in stile minimalista qualche momento della vita in un liceo anni ‘80: le poche aspettative e il ritrovo rituale ad una festa in un circolo sottufficiali.
Un altro ragazzo sempre in stile minimalista enfatizza e contestualizza qualsiasi cosa insignificante gli capiti nella giornata come rifuggendo dai significati assoluti del vivere.
Un maestro d'orchestra descrive lo stato d’animo durante il breve silenzio che precede l’inizio della sinfonia.
Un principe si aggira solo nel suo palazzo vittima dei presentimenti e delle paure che il suo potere gli suscita.
In un delirante monologo una voce narrante in tono profetico declara i limiti dell’uomo, il suo procedere verso un declino che culmina in uno stato simile a quello di un condannato a morte.
Un uomo si sveglia in un ospedale senza ricordare niente e nessuno e cerca di capire se sia vittima di un piano diabolico ma scopre che non tanto negli altri che lo attorniano, quanto piuttosto nella sua storia personale c’è qualcosa che non quadra.
Un ragazzo incontra per caso una ragazza in una libreria e presi da trasporto si incamminano su un sentiero che li conduce in una casa decadente attorniata da un giardino incolto, dove lei misteriosamente scompare.
Questi sono alcuni dei racconti che troviamo nella raccolta, molti altri rappresentano la voglia e l’urgenza di descrivere un attimo che passa e altri ancora vengono abbandonati nel punto in cui si ritiene che la vaghezza del non finito sia più efficace di completare un’opera non più ancorata ad ispirazione. Così un ragazzo benestante si mette in viaggio su un treno incontrando persone normali, lontano dalla sua famiglia perfetta e oppressiva e da quel treno non scenderà più.
Un uomo che vive nei boschi inizia a raccontare la sua storia che parte da molto lontano, da tanto lontano che non finirà più di raccontare.
Il motivo conduttore varia sul tema della fragilità della condizione umana e in particolare sull’idea che la parte più affascinante dell'esistenza, cioè quella degna di essere raccontata, si esprima proprio nei momenti di maggiore abbandono e decadenza.
Quando ormai tutto sembra perduto si ritrova nell’umiltà del distacco dalle cose la vitalità giusta per poter intravedere nuovi possibili scenari.
Come in un giardino incolto, nel libro si possono trovare i segni di un certo ordine originario, mescolati al caos irrazionale della natura selvaggia; elementi che conservano ancora una forma definita, accanto a tracce di inizi entusiasti mai finiti. Con spirito quasi archeologico, il lettore potrà ricostruire, completare, a seconda del proprio personale percorso, i collegamenti e il costrutto dei brani che visita.
Nel momento dell’abbandono il giardino nella sua interezza acquisisce un nuovo fascino che nobilita un passato velleitario, grazie a “quella patina con cui il tempo a suo piacimento arricchisce l’atto di essere stato o di averci provato”.
Benché vi siano influssi che possono ricordare vari generi letterari o scuole di pensiero che vanno dal minimalismo anni ‘80 ad atmosfere noir, dalla letteratura cavalleresca alla distopia, dalle riflessioni su temi sociali a racconti permeati di solipsismo, complessivamente si può ritenere una scrittura non di genere.
Quasi mai i racconti sono fini a se stessi, ma più spesso le storie, quando esistono, sono sorrette da un motivo di fondo e una morale che le pervade.
Il giardino incolto vuole anche simboleggiare la contrapposizione al giardino perfetto, cioè al paradiso; il volto di un’umanità che anela inizialmente ad una perfezione che non le è possibile e che, alla fine di un cammino, scopre non esserle congeniale e necessaria.
“Mi ha sempre più affascinato il destino vago del perdente, la bellezza decadente dei giardini incolti e il disorientamento aperto dei luoghi accennati”.